OTTO MARZO

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Oggi osservo la mia terra, e la vedo come ieri e come domani, avere lo stesso corpo delle donne. E non è estranea a nessuno. Nessuna donna lo è.
Osservo mia madre, e come ieri e come domani, la vedo operosa col santo pondo che le donne hanno, quando diventano Madonne.
Osservo mia nonna, e come ieri e come domani, la vedo ninnare, avvolta in uno scialle, mia madre, col canto melodioso delle donne.
Osservo mia figlia, e come ieri e come domani, la vedo sollevarsi da terra coi piedi nudi e con addosso il bello delle donne.
Osservo le schiette e le maritate, e come ieri e come domani, le vedo rassettarsi meticolosamente i capelli, facendosi con trecce, i tuppi arcani di tutte le donne.
Osservo l’Aspromonte, e come ieri e come domani, lo vedo premurosa madre come tante sue donne, lì nate o pellegrine.
Osservo il Pollino, e come ieri e come domani, lo vedo partorire come le madri coi figli, l’altezza di loricati femminili e belli.
Osservo lo Ionio e il Tirreno, e come ieri e come domani, vedo le maree che con garbo femminile fanno il ballo tondo del mare.
E infine osservo me, e come ieri e come domani mi vedo. E nel registro della vita sono donna, figlia, sorella, moglie, madre. Segno di riconoscimento, tutti i fiori dell’orto. Che impiegano tutti i giorni dell’anno per sbocciare a primavera.
Perchè non è solo un mimosario la vita di una donna.
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OTTO MARZOultima modifica: 2021-03-11T09:42:50+01:00da giusystar99
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