BOSSI NON LEGA IL MIO NATALE

111111
Bossi – non lega – il mio Natale
*********
La mia lettera di Natale al Boss-i della Lega.
“Caro Umberto,
Mi chiamo Giusy e sono una felice meridionale dalla nascita. La Calabria è la mia culla e il mio sepolcro.
Il Sud è un destino dentro al cuore che non mi lascia, e io, soprattutto, non lo so lasciare.
Il Natale è oramai alle porte. In questo periodo dell’anno vorrei poter stringere tutti in un abbraccio. I belli e i brutti, i grandi e i piccoli, i bianchi e i neri, gli amici e i nemici, con il fischio e senza.
Stringerei, se fosse per me, anche lei, ma la distanza che ci divide è troppa, mi dicono. E se misurata con la dualità tra Nord e Sud, raddoppia. Dunque per farle gli auguri ho pensato di scriverle una lettera, anche se oggi non si usano più.
Alla sua età, non mi resta che raccomandare al Bambinello la sua salute, ma alla mia, caro patron di secessione, raccomando fermamente la mia terra. Quel tanto lurido e bastardo Sud, in cui felicemente vivo, lo raccomando proprio a Gesù Bambino, che suo malgrado, nasce anche qui. E perché come me, neppure lui si lega. Nasce libero, avvolto solo dal canto di sua madre. La mia mia, mi canta nenie, ancora, tutti i giorni. È bella, e si chiama Maria.
*
(…)I meridionali vanno aiutati a casa loro, se no straripano come gli africani.(…)
*
Caro Umbertino, che dopo essere adulti, si ritorna magicamente bambini, i meridionali non vogliono essere aiutati. E mi spiace che nessuno glielo abbia detto. Siamo sani come pesci noi, non siamo malati. Non siamo neppure pochi. Non abbiamo le ossa rotte, stiamo in piedi sulle nostre gambe. E si figuri che abbiamo fatto noi l’Italia.
Non cerchiamo sostegno e neppure assistenza, noi del Sud. Si figuri che abbiamo dignità e coraggio, abbiamo forza e figli carichi di sogni. E tutto ciò che abbiamo vale come diamanti, e non come montagne di pietra.
Non si preoccupi per noi, Umberto caro, ma pensi piuttosto alla nebbia della sua Padania, che offusca la vista agli occhi e al cuore. Perché vede, se noi del Sud cerchiamo veramente qualcosa, in questa grande e piccola Italia, questa si chiama Opportunità. Una cosa tipica del genere umano. Di quegli uomini che lavorano, e sudano tutte e quattro le stagioni. E si chiama Occasione La stessa che è tipica di tutti i sognatori del mondo. Degli uomini e delle donne. E lo facciamo da professori, ricercatori, luminari, imprenditori, uomini di scienza, uomini dello STATO, veri talenti che alla scuola della terra non hanno mai voluto rinunciare. E hanno umilmente sempre attinto a ogni risorsa. Incluso il bisso del mare. E hanno impegnato, con fede e devozione, i propri sacrifici nello studio, nell’acquisizione delle competenze, nelle scelte, nella professionalità. E con il sangue, ogni giorno, lottano per la bandiera, per il grano buono e per la farina. Per la dignità e per il lavoro. Anche se piove. E oggi, piove.
Con il nostro lavoro, signore mio, abbiamo costruito, e con cura e con garbo, anche il suo amato Nord. Le braccia di padri e di figli meridionali, il sudore di intere famiglie, lo hanno industrializzato. E non è roba da stolti incapaci questa, e neppure cosa da inutili, sporchi e oziosi uomini. Questa è la GRANDE storia di chi si è sempre sentito orgogliosamente terrone. Che non ha mai rinnegato la propria terra né davanti agli uomini, né davanti a Dio. E non si scomodi con le parole. Mi creda, non serve. Aiuti piuttosto se stesso a sciogliere le corde con cui l’egoismo lega lei e quelli come lei. Quando abbiamo straripato come gli africani, invadendo il Nord con la forza delle braccia, vi è piaciuto, non è vero? Dica la verità. Vi è fatto comodo? Lo dica, senza remore. E non si preoccupi del fatto che è quasi Natale.
Vede, caro Umberto Bossi, gli aiuti che ogni popolo merita, non sono sfottò, o scissioni, o inquietanti quarantene. Non vi sarebbe alcun recupero. Servono solo garanzie di dignità e di lavoro. Una comune norma tra uomini. Ma con le vostre folli idee di politica maniacale, e le fetusissime pratiche di fottistero, non avete fatto altro che negare all’Italia intera ogni speranza. Ai giovani di tutto il paese, inclusi i vostri figli, la possibilità di occupare liberamente uno spazio. Il Sud, non è la parte opposta al Nord, ma sta a Sud di se stesso. E come tale ha i suoi diritti e i suoi doveri. Non si scomodi, Umberto caro, non si affanni a tirare ancora per vie cieche il suo vecchio carroccio. È quasi Natale, il figlio di Maria, folle com’è, nasce al Nord e nasce al Sud. Non teme alcuno straripamento. Non chiede da dove veniamo, ma sa sempre chi siamo.
Dunque, non mi resta che augurare a lei, ai suoi uomini, al Matteo evangelizzatore dei buoni propositi, un santo Natale, al grido commosso e sincero:
W L’Italia”
Giusy
la calabrese

 

BOSSI NON LEGA IL MIO NATALEultima modifica: 2019-12-21T10:43:39+01:00da giusystar99
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria e contrassegnata con , , , , , , . Contrassegna il permalink.