GENERALE, O MIO GENERALE, IN CALABRIA NON VA BENE NULLA. Al generale Figliuolo – commissario emergenza covid 2021

bbCaro, generale Figliuolo, in quale falsa Calabria, i buoni alchimisti, l’hanno condotta lo scorso 25 marzo?
No, perché se la pandemia è una guerra, nella mia Calabria si combatte la battaglia più cruenta. E la soddisfazione da lei espressa durante la sua apprezzatissima visita nella terra Bruzia, muta in un’ennesima nuova preoccupazione. Ed è bene che lei lo sappia.
Qui non va bene una beata minchia, signore. E mi perdoni l’embolo. Ma la pazienza dei calabresi sta diventando intolleranza. Siamo uomini perdio santo, non burattini della razza narrata dal Collodi.
La sua amara preoccupazione d’esordio per questa terra, torni ad abitare il suo animo. Di generale, ma soprattutto di uomo.
Il fronte è quaggiù. E le mani di chi combatte sono nude e il Re pure.
Torni per vedere questo versante di guerra, generale. In sordina, con la sola lucidità dei suoi occhi. A mo’ di sorpresa. Di quelle che lo Stato quaggiù non fa mai senza il morto. E se non per i calabresi, lo faccia per amor della Patria, che pur di codesta terra ci compone.
Gli ospedali sono al collasso, mancano i vaccini in tutta la regione, e i sistemi di prenotazione non funzionano. I nostri anziani vengono convocati e poi rimandati indietro senza la propria dose, e nessuno che sappia nulla. Le spallucce dei medici, il disappunto dei volontari, il silenzio delle istituzioni. Un tilt collettivo che pur di non individuare la singolarità delle sue falle, vende fumo. Una mala gestione che però non narcotizza più nessuno. Noi vediamo, generale. Ma non intendiamo più subire, signore.
Torni per vincerla con noi questa battaglia, Francesco Paolo Figliuolo. Torni, se ci crede davvero, e si schieri con i sindaci calabresi. Ascolti le loro accorate richieste. La loro è la voce vera della Calabria.
Ci faccia credere che questa è terra, signore, e Cristo non si è fermato a Eboli.
Non incarognisca anche lei, più di quanto già non lo sia, la nostra storia.
Il fronte va vissuto fuori dal quartier generale. Tra i soldati della prima linea. Sono i soli che conoscono il battito della paura, che sentono dentro la forza del coraggio. E se per vincere, un “Figliuolo” solo non basta più, porti con sé il suo esercito. Che fornisca a questo popolo ancora bistrattato e incompreso, le armi e la speranza.
Dopo l’aula bunker di Lamezia Terme, in Calabria, si ricordi e lo rammenti anche ai suoi, c’è un popolo sincero fatto da uomini e donne che chiede la tutela della propria salute e il rispetto della propria dignità.
Ogni vita salvata è una medaglia in più sopra il petto, signore. Ogni morte, un fallimento dentro al cuore.
Generale, oh mio generale, ora o fate lo Stato, o si comincia la rivoluzione!

gsc

“Su calabrisi e calabrisi sugnu,
Su’ nominatu pi tuttu lu Regnu;
Cu voli canzuni ‘nci li dugnu:
D’amuri, gelusia, spartenza e sdegnu.
‘Nfacci all’atri paisi non mi nfundu,
Fazzu li cosi mei cu’ forza e ‘mpegnu;
Vinissi a ‘mpettu a mmia tuttu lu mundu,
L’amuri pa Calabria lu mantegnu!”(testo tradizionale calabrese)

GENERALE, O MIO GENERALE, IN CALABRIA NON VA BENE NULLA. Al generale Figliuolo – commissario emergenza covid 2021ultima modifica: 2021-04-01T11:45:48+02:00da giusystar99
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