Al mio paese: DIGNITA’ NON ‘MUNDIZZA! –

11165210_893889714006841_7818859099797813739_nNon ho contezza di quanti siano in #Calabria, ad oggi, con esattezza i comuni commissariati perché sciolti per mafia. So per certo che il mio lo è. Ed è terribile per i piccoli paesi, dove tutti abbiamo la nostra vita, le nostre case, le nostre cose, e anche le chiacchiere quotidiane. Terribile perché commissariare un comune, oggi come oggi, vuol dire la fine dei paesi, a meno che non ti capiti un sant’uomo di prefetto che abbia a cuore qualunque posto gli venga affidato, perchè è dedito al lavoro e alla Patria. E non vuole essere un giudizio, tanto meno una critica a chi opera sul momento, non tocca a noi sindacare sul senso di responsabilità degli altri, ma oggi, su quanto vive, misero e abbandonato il mio paese, vorrei fare una riflessione a voce alta.
Vi è una terna commissariale, che peraltro personalmente non conosco, che si è insediata nel comune di #Briatico circa sei mesi fa, nei quali è inclusa una piena stagione estiva.
Da che la memoria mia ricorda, e in termini di memoria storica mi sento abbastanza forte, uno stato di abbandono così potente della mia città, proprio non lo ricordo. Incuria e abbandono appunto, disattenzione, menefreghismo, assenza millesimale di ordinaria amministrazione da cui, in ogni luogo, dipende la dignità del cittadino che vi vive. E l’opera fatta verso un paese, è certamente la migliore che un uomo responsabile possa fare, dopo quella verso un suo simile. I paesi sono ormai parte del creato, e come tali vanno trattati. Invece nulla par funzionare. Raccolta rifiuti da tempo ormai non effettuata, percolato e odori nauseabondi, come quelli dei ghetti, eppure un paese, Briatico, all’aria del mare. Cespugli spontanei ai torni dei marciapiedi e che adornano con insolenza, nello scempio più totale, la via del mare che dalla zona di Cocca porta oltre la marina, dove si erge peraltro uno dei lungomari più belli d’Italia. Perchè diciamocela tutta, abitiamo uno dei posti più belli al mondo. Siamo in bocca allo Stromboli, nel tepore del Golfo di Sant’Eufermia, nella mitezza del clima tipico della cipolla rossa, ma a nessuno fotte niente. Perché se esiste ancora, ed esiste, un terzo mondo, di questo passo noi saremo il quarto.
Mi sembrava di essere in una roccaforte, dopo che per mafia, l’amministrazione locale, veniva sciolta e arrivava in pompa magna lo Stato. Perché, chi meglio del suo Stato può tutelare il cittadino?
Qualcuno a questo preciso punto, potrebbe venir fuori e dire: parli proprio tu?
Sì, perché nella passata amministrazione uno degli assessori era mio fratello, e seppure non sempre abbiamo idee comuni, e neppure visioni politiche unanimi, il paese, cari voi che avete pensato alla domanda di cui sopra, è sempre risultato pulito, in ordine, come era giusto che fosse. E se qualche disagio si è verificato, nell’immediatezza è stato risolto. Mai problemi di igiene e rifiuti circolanti per le strade da impedirne in alcuni tratti la viabilità. Unico forse, Staropoli Carlo, a chi piaccia e a chi no, ad emergere per impegno e puntualità, senza mai sottrarsi al senso della responsabilità, a cui diverse e più volte, anche io, e non come sorella, ma da cittadina, ho richiamato. E sono i fatti a raccontar di cose e non io. Prendiamone atto.
Ma torniamo a oggi, non stiamo qui a parlar di ieri. Né di cosa è stato, ma di che sarà.
Che succede oggi? Cosa accade?
Oggi è un presente dai tratti assai complessi. Che se si ostinerà a resistere a tal modo, diverrà per noi inimmaginabile futuro e per i nostri figli, un illegittimo passato.
Conosco bene, la maggior parte dei lavoratori che operano per la pulizia del paese, e hanno sempre lavorato sodo per rendere dignità ai luoghi che noi tutti abitiamo. Ma se è vero che il lavoro nobilita l’uomo, il salario, cari amici, che spetta di diritto al lavoratore, è questione di dignità dell’essere umano.
Fino ad oggi, per scelta,non sono mai voluta entrare entrata nella questione politica del paese, ma se è vero che la politica fa cultura, allora oggi è momento di dire basta. Paghiamo finanche l’aria, ma dateci almeno, la possibilità di respirarla. E non è una richiesta, ma un semplice diritto che ci tocca.
Ho sempre creduto che lo Stato, quaggiù, potesse cambiare il mondo, ma non è questo mondo quello in cui nessuno di noi Briaticesi vuole far stare i propri figli. Mia madre e mio padre, mi avevano consegnato un buon paese, oggi invece ai miei figli rischio di consegnarglielo in rovina.E non posso permettere che accada. Nessuno di noi lo vuole. E forse è ora di riprendersi ciò che ci è stato sottratto: la dignità di cittadini di uno dei paesi più belli del mondo.
Porto Briatico, in percorsi itineranti in giro per l’Italia attraverso i miei libri, e la gente me la invidia questa venere beata con la sua torre antica, ma non mi accontento del sentirmi decantare le sue bellezze, perchè io so che quella stessa Briatico oggi pià che mai è malata di abbandono e solitudine. Come una vecchia rugosa è sconfinata là dove l’esistenza sua finisce, e comincia la morìa.
Serve mobilitarsi in coro, dalla chiesa, alla scuola, ai singoli cittadini. Tutti. Il tempo dei proprio orti mi sa che è finito. Rivalutiamo e riconquistiamo il nostro orto comune: il paese.
Una piazza così, quella in cui c’è la mia chiesa, dove mi sono cresciuta e ho giocato con i pesci rossi, sparandoci tra bambini le palline dei rami degli alberi con lo schicciambocci, non l’avevo mai vista.
L’agorà è la piazza, ed è il posto in cui la polis, la città, si ritrova, il centro da dove tutto parte.
Con questa riflessione a voce altra, dunque, chiedo che chi oggi ha il dovere di renderci un paese migliore, con la consapevolezza che nonostante le vicissitudini trascorse, siamo anche noi cittadini del mondo, si adoperi per farlo. Per dovere, ma soprattutto senso di responsabilità.
Se Briatico esiste ancora, se ha anche un solo motivo per continuare, allora alzi la testa. Non aspetti che arrivi chi, a far qualcosa.
Io VOGLIO un paese pulito, un mare dove dopo il sole possa specchiarmi dentro pure io, e voglio l’aria di sempre. Quella pulita, bella, senza pecche, senza fumi né cattivi odori. Un’aria da respirare insomma, proprio come quando ero bambina, perché qui ancora vive e abita gente per bene, che lavora, che ha famiglia e che non intende, per nessuna ragione al mondo, lasciarsi prendere il posto in cui sta, da chi di questo paese non sa niente.
E allora che si fa?
Ai miei amici e concittadini la parola. E che sia per costruire nuove conquiste.

Al mio paese: DIGNITA’ NON ‘MUNDIZZA! –ultima modifica: 2018-11-09T10:45:32+01:00da giusystar99
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