SCRITTORI CALABRESI per A LANTERNA. GIUSY STAROPOLI CALAFATI

– Il nonno mi aveva insegnato che il Bambinello andava aspettato con la luce accesa. Serviva luce per accogliere il Bambino nel presepe. E quella della lanterna era l’unica luce vera, che conoscevano i paesi di Calabria. Sette notti di luce avrebbero condotto senza indugi alla notte santa. Si fosse spenta la luce, anche solo una notte, la malaluna ruffiana e indispettita, dicevano i più vecchi, apparirà in cielo come preludio di disgrazie e di sventura. E si viveva nell’attesa dubbra, avvento di una storia che di bocca in bocca passava, e che gli anziani, meticolosi e ligi, ripetevano a memoria.

Io avevo tanta paura. In quella luce di lanterna, riponevo le mie speranze di bambino; coloravo con le sfumature della fiammella i miei sogni e fantasticavo fissando l’inesattezza della fiamma stessa, che pareva seguitare i fiati e gli sfiati fedeli e pure agnostici dei venti natalizi.

La gioia dell’attesa e la felicità del Bambinello, si confondevano con l’inquieto piglio che la lanterna, per quanto inanimata nell’essere, ma vivificante nella luce, si sarebbe potuta assoggettare ai giochetti scanzonati del vento, e dunque spegnere. Ma v’era pure il tormento ossesso, che qualche d’uno, disgraziato nell’anima pure a Natale, la spegnesse per stizza, d’improvviso.[…] (gsc)

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SCRITTORI CALABRESI per A LANTERNA. GIUSY STAROPOLI CALAFATIultima modifica: 2016-01-25T19:02:34+01:00da giusystar99
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