CALABRIA – Che strana storia è la tua storia!

ggQuando fu il tuo giorno, Calabria, il buon Dio, con i 15000 km quadrati di argilla che si trovò in pugno, fece uno dei suoi più grandi capolavori.
Eppure, che strana storia, è la tua storia. Che obblighi tutti ad andare in giro per il mondo, senza chieder di restare mai a nessuno.
Mio nonno lo hai costretto a partire, terra adorata, e alla stazione non lo hai neppure accompagnato. ‘La prossima volta’, gli hai mandato a dire.
Mio padre lo hai fatto mettere su un treno, ed era di notte, e tu non lo hai neppure salutato. ‘Ci saluteremo poi’ gli hai fatto sapere.
Tanti li hai mandati alla ‘Merica , a Nuvajorca e in Canada’, e senza neppure accertarti che avessero i soldi del biglietto. E tristemente solo ‘andate’ gli hai detto. Altri, come Cristi, li hai destinati al Settentrione. ‘Jiti jiti’, gli hai raccomandato, e non ti sei mai neppure preoccupata di quale fosse la precisa destinazione.
Non ho mai preteso che tu avessi fermato mio nonno, e neppure avessi obbligato mio padre a restare, e neanche avessi impedito a tutti gli altri di partire, ma mi sarebbe piaciuto, questo sì, gli avessi dato l’opportunità di decidere da sé, quale strada fare. Se andare o restare. Il viaggio invece lo hai sempre maledettamente imposto, come una marchetta, come un bollo. E non è giusto. Una madre, qualunque razza di madre essa sia, è il bene dei suoi figlioli ciò che vuole, e non il suo esclusivo che sostiene. E tu, che madre dei calabresi sempre sei, mi chiedo perché non ti sei mai pentita. Perché imprudenteme non hai protetto i 15000Km quadrati di argilla con cui il buon Dio ti ha plasmata. E da secoli, imperterrita, ti giochi il sonno dei figli e il valore con sui sei stata coniata. E ti assoggetti alla cultura del compare e dell’amico; corrompi la ginestra e il fico; pianti bidoni tossici ogni piede di ulivo; punti pistole al posto del dito; diffidi l’Aspromonte e anche il Pollino, e condanni il mare al peggior confino.
Vedi, Calabria, l’alternativa ai tuoi sciocchi giochetti di potere, che peraltro una madre a un figlio non farebbe mai, non può, anzi non deve essere più, il viaggio antico. A cui ci inchiodi da generazioni. La tue esibizioni da bordello, non possono essere più a carico di chi parte. Ma devi cominciare ad avere rispetto di chi resta. Di più ancora di chi torna. Ché noi siamo uomini, la tua fottuta malapolitica, cìotia.
E allora forza, bellezza mia, apri le braccia a chi ti domanda udienza, a chi in questi giorni ti chiede di tornare. Non devi lasciare lontano più nessuno. Devi mostrarti madre, anche quando non ce la fai, farti amare da tutti, e soprattutto amare. Solo così, quando ognuno di noi penserà di ripartire, scegliendo liberamente il proprio viaggio da fare, nei libri di storia verrà scritto che tu, Calabria, resti l’amato ventre, tutti i figli tuoi, calabresi di Calabria, e nel mondo, la mente.
‘Mamma regalami una terra del ritorno. Oggi. Doma è già tardi’.
#Calabria

CALABRIA – Che strana storia è la tua storia!ultima modifica: 2020-04-23T15:53:28+02:00da giusystar99
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