APELLO N. 1 -BRIATICO: la marina e i pescatori in ginocchio *** NON LASCIATECI SOLI.

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La vigilia di Natale, la marina di Briatico, così come tutto il litorale costiero, si sveglia traviata. Piegata dentro la sua pancia. La furia del mare, mette in bilico il destino di uno dei borghi marinari più belli d’Italia. Che se non fossi di parte, direi, più belli del mondo.
Un antico (ma non vecchio) borgo di pescatori, FOCUS di tutto il territorio regionale. Un borgo che però, ahimè e ahinoi, dopo le propagande più impegnative, svariate e varie, di enti pubblici e privati, viene sistematicamente ricondotto alla sua solitudine di sempre. I pescatori, le barche, la vecchia torre e il mare. La spiaggia assolata e i suoi ossi di seppia.
Eppure, questo luogo, è il simbolo della nostra storia. È da qui che la città di Briatico è ripartita dopo il tragico terremoto del 1783. Ed è sempre qui che Briatico, da luogo di campagna, diventa luogo di mare. E i contadini, si fanno pescatori.
Il più vecchio è zio Vincenzo. Ha passato i 90. Non va più in mare, ma è tutti giorni laggiù. Davanti le vecchie baracche, dona consigli, insegna e consegna storie. A questo posto ha dedicato tutta la sua vita. Ha il mare negli occhi. E nelle sue mani i saperi e il sapore del mare.
I nostri marinai vivono alla marina d’estate e d’inverno. Come i gabbiani, se c’è tempesta o c’è sereno. Ma dopo il 24 di dicembre, tutto è cambiato. Il volto della marina si è trasfigurato, e anche il loro. Che sono uomini e sono padri.
3333Una violenta mareggiata ha distrutto il loro/il nostro porticciolo. L’acqua, con la sua dirompente furia, ha scavato con violenza, portando via la punta del molo, e soprattutto traviandolo esattamente nel punto in cui venivano attraccate le barche, scaricato il pescato, e caricati i camion.
Il giorno di Natale, niente nenia al Bambino. Solo la conta degli amari danni.
Il mare, ritirandosi alla sua quiete, ci ha riconsegnato una marina distrutta. Su cui è gravare come macigno, è soprattutto l’abbandono a cui la si vede destinata. Quel tragico epilogo, di cose come questa, che è causa della burocrazia, delle scartoffie, di un fermo immagine che non restituisce altro che fine alla fine di tutte le cose.
E se la marina finisce, finiremo pure noi. Saremo più poveri di sempre.
Dunque l’appello accorato, va prima di tutti, ai briaticesi: non rimaniamo inermi, rimbocchiamoci le maniche se serve. La marina è simbolo di vita, di inizio, nessuno può lasciarla sola. Nessuno può permettere che lentamente muoia. Serve un movimento di massa, se necessario, pronto a chiedere interventi immediati e urgenti, in nome di tutte le volte che difronte al suo spettacolo ci siamo entusiasmati, e forse anche scandalizzati, per la sua indicibile bellezza. Per tutte le volte che in quel mare, anche solo bagnandoci i piedi d’inverno, abbiamo ringraziato Dio per questo dono immenso; per tutte quelle volte che l’abbiamo ritratta in una foto, che l’abbiamo narrata e dipinta. Per il pane che ha dato e deve continuare e garantire, a tante famiglie. Per chi nel mare ci ha lasciato la vita, i sogni. Per i pescatori che ogni notte lasciano le mogli dentro al letto e vestiti della loro cerata partono verso il mare incerto, e non hanno paura. Non lo temono.
Per tutti noi. Ma soprattutto per la nostra grande regina del mare, quella Madonnina tenera, il cui sguardo materno ci protegge, e che nei giorni passati, con sfregio, è stata decapitata assieme al suo Bambino. Ma che per i nostri pescatori è il tutto di sempre: è la storia, la fede, la devozione, la preghiera. Il nostro più bel canto. Totus tuus Maria.
Dunque, Il mio appello, come briaticese, amante spregiudicata della marina, narratrice dei luoghi, amica dei pescatori e compagna della vecchia torre e della storia della mia Briatico, è a chiunque possa intervenire e con urgenza per il ripristino dei luoghi, e della nostra identità.
4444Ai commissari di Briatico, in quanto organi di Stato, perché facciano atti immediati, nelle loro possibilità, in quanti capitani attuali del nostro comune, nel richiedere urgenti fondi da destinare al ripristino del molo; ai politici di ogni razza, di ogni partito e di ogni bandiera, che rappresentano questa provincia, capitanata dall’immagine della nostra torre saracena; agli enti regionali preposti, senza distinzione alcuna.
Mi appello altresì a tutti i candidati, senza partito e senza colore, alle prossime elezioni regionali, ché se nulla verrà fatto prima, portino in seno loro, la nostra marina e il suo risanamento. Perché se questo luogo verrà abbandonato, in quanto nessuno vorrà farsene carico, allora sappiate avrete abbandonato anche noi, che siamo padri, madri, figli, famiglie intere, e che lo sarete pure tutti voi senza le nostre povere, ma forse anche utili, schede elettorali.
Briatico deve continuare a brillare come una pietra preziosa, e non finire come una montagna di pietre.
***
“La prossima mareggiata che fa, lo spezza in due, ce lo butta qua dentro e finiamo di lavorare. BASTA!
Prima attraccavamo là, scaricavamo il pesce e venivano i mezzi a caricare. Adesso siamo tornati come gli antichi. Dobbiamo tirare le barche a riva con tutti i pesci a bordo, poi portare il pesce sulle carriole fino alla strada e caricarlo sui mezzi. Il mare è entrato assai. È tutto rovinato” . (Dalla voce di Prostamo, pescatore di Briatico, ai microfoni del TGR)
GSC

 

APELLO N. 1 -BRIATICO: la marina e i pescatori in ginocchio *** NON LASCIATECI SOLI.ultima modifica: 2020-01-21T10:57:36+01:00da giusystar99
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