Lui, il gigante Grifone, è un re moro venuto dal mare. Musulmano di credo, alimentato da terrore e ferocia; lei, la gigantessa Mata, una giovane onesta e bella, di religione cristiana, dalla pelle vellutata e color di rosa. Due opposti che si attraggono. Una storia d’amore che insegna che delle diversità non bisogna avere paura, che chi arriva non è mai minaccia ma occasione. E i giganti nel tradizionale e mitico ballo d’amore raccontano tutto questo. Lo fanno con la cadenza dei passi, l’affidamento al ritmo dei tamburi, i ghirigori delle loro lunghe vesti…
Essi si amano, si corteggiano e nel trionfo dell’amore si baciano. Le labbra nere di lui, sulla bocca color carne di lei.
Inclusione e accoglienza, amore e amicizia, identità che si scopre tra la prima e la seconda pelle. E lì vi rimane. Per sempre.
Una storia di conversione all’amore che tutto può. L’amore che può risollevare il mondo, sollevare con tutti i raggi il sole e dissetarsi dal sale del mare.
Mata e Grifone raccontano, parallelamente alla vita degli uomini, la dualità millenaria tra gli opposti: l’amore e l’odio, il predatore e la preda, il bello e il brutto, I saraceni e i turchi, l’oriente e l’occidente, Il Nord e il Sud, la Bibbia e il Corano, Il cristianesimo e il musulmano. La perfezione e l’imperfetto che unendosi si fanno ineguagliabile bellezza. Un solo corpo, un solo sangue, un unico colore della pelle. Rosso come ciliegie di ferrovia, come rosso è l’amore, quello che accosta, unisce e mai più divide e scompone. Esalta e non pregiudica, non giudica. Mata e Grifone narrano dunque la vita dell’alba e quella del tramonto e lo fanno con racconti che è lo stesso amore a coniare, e che sono viaggi mediterranei che si snodano lungo le coste tribulanti del Tirreno e dello Ionio.
Giusy Staropoli Calafati