BRIATICO VIBO LA CALABRIA E I NUOVI MIGRANTI NELL’OCCHIO DEL CORRIERE DELLA SERA

(foto tratta dal web)
(Il link dell’articolo di Federico Fubini sul corriere della sera: http://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20150910/281668253753253/TextView)
A Federico Fubini il mio benvenuto in Calabria. A Vibo Valentia. A Briatico.
È un fantasma che scrive. Una donna fantasma. E scrive da una delle più famose (forse) città di carta del mondo.
Proviamo a cercare sul web, cosa siano le città di carta!
Nulla. Non si trova nulla se non le recensioni di un film che nonostante io sia fantasma, ho avuto modo di vedere in un cinema altrettanto fantasma, della città fantasma.
Una buona pellicola direi, che racconta di città di carta come città fantasma riportate su mappe, ma in realtà inesistenti.
Però!, non è male l’espressione: “benvenuto nella città di carta”. Anzi, ammetto che mi piace.
E allora: “benvenuto nella città di carta, Federico Fubini”.
È più carino sapere la propria città come una città di carta e non come un fantasma. Perché i fantasmi non esistono, non è vero Fubini?
Ma come fa il più arretrato centro urbano della Calabria, a divenire magicamente laboratorio di un esperimento che seppure involontario, stranamente, ci accomuna alla Germania? Sta a vedere che i fantasmi sono così bravi ad alzare anche il PIL?!
L’articolo scritto da Federico Fubini(che in fondo, avrebbe potuto essere scritto da chiunque, senza nulla di personale) sul Corriere della Sera del 10 settembre 2015, a mio parere è l’ennesimo attacco da parte della stampa, del giornalismo italiano al Sud, alla Calabria, a Vibo, a Briatico eppure a me, che sono parte del mio paese, anzi sono il paese stesso. Liberare piume nel vento è cosa da niente.  Raccoglierle con il vento in poppa  è impossibile.
È vero. Non è la terra delle terre, Vibo Valentia. Ma neppure la terra di nessuno.
Briatico non sarà il centro del mondo. Ma neppure la feccia che lei descrive.
E non è questione di bandiera o di partito polito. Tantomeno di colori di appartenenza. Nulla affatto.
Vede Fubini, a Vibo esiste, e dico esiste,  gente vera, in carne e ossa e che lavora. Ci sono padri, madri e figli. Operai, contadini e intellettuali. È qui che c’è uno dei più grandi centri bibliotecari del Meridione. Qui che si svolge un festival letterario tra i più importanti d’Italia. Qui che una Laminetta Orfica, viene conservata nel museo della città. Sì, perché anche Vibo ha il suo museo. All’interno del castello della città infatti si trova il Museo Archeologico statale, ubicato sulla collina più alta della zona, dove era situata l’acropoli dell’antica Hipponion. E poi ancora ci sono insegnanti, avvocati, ingegneri, medici di spicco, bibliotecari dotti, notai, commercianti. Venditori ambulanti, artigiani e panettieri. Associazioni di settore fatte da gente che dello sviluppo e della crescita economica del paese ne fanno il proprio credo. C’è vita che viene vissuta quotidianamente, a Vibo. Come in tutti gli altri paesi d’Italia del resto. Pensi al Liceo Classico Michele Morelli che a parte a sfornare eccellenze, vanta quattrocento anni di storia. Niente male, per un centro fantasma! È vero, vi è anche una provincia smagnetizzata, una politica di malaffare, una sanità malata…
Ma come tutte le case d’Italia, anche quella Vibonese ha pregi e difetti. Niente di così straordinario da farne addirittura un articolo sul Corriere.
Riguardo Briatico, beh!, Briatico ha giornalisti più d’uno, musicisti diversi, cantanti di buon gusto, creative di moda che non se la giocano male tra Valentino e Cavalli, compositori di musica classica di rilievo e scrittori come la sottoscritta.
Sa Fubini, che i nuovi briaticesi, sì sì loro, gli stessi migranti che lei magistralmente cita nell’articolo, hanno poesie e romanzi scritti proprio sopra i loro volti? Ne hanno che non basterebbero pagine per raccontare, titoli da dare e neppure penne per scrivere.
Ma torniamo al suo articolo.
Caro Federico Fubini, è pur vero che il comune è stato sciolto per mafia negli anni passati, ma le strade del paese, nonostante attualmente il comune è in dissesto, non hanno smesso di pulirle da un pezzo, ma da un pezzo, precisamente da un pezzo, hanno preso a pulirle tutte, le strade. E ne serve di tempo per bonificare anche anni di commissariato durante i quali quel po’ che di buono  c’era è andato completamente perduto.
Non esiste un autobus per arrivare?
Non è che non ve ne sia proprio nessuno. Ma ammetto che su questo punto abbiamo da lavorare ancora molto.
Un locale notturno?
Convengo con lei che non l’abbiamo. Ma sia buono Fubini, concordi con me che i locali notturni a parte  il benessere economico  sono perfetti portatoti di danni e affanni. E senza volerne fare un alibi, va bene che non ce ne siano.
Un cameriere che parla inglese? Avrà fatto un’indagine in loco, spero!
Mi perdoni Fubini, ma giusto all’albergo davanti casa mia, quest’estate si è parlato: inglese, spagnolo e tedesco. Niente male direi!
Lei sostiene molti zero. Zero prenotazioni per esempio. Eppure quest’anno le presenze sono aumentate rispetto al 2014 e Briatico, è un centro turistico accreditato. Pensi che col turismo, ci viviamo.  E le presenze risultano essere numeri e non opinioni.
Per le potenzialità del nostro territorio certo, possiamo crescere ancora. Anzi dobbiamo crescere. Abbiamo tanta strada da fare. E la cultura, spero concordi con me, è la migliore arma di riscatto. E personalmente le confesso, che lavoro sodo in questa direzione. La conoscenza è alla fase dello sviluppo di un popolo e di tutto un territorio.
Quaggiù si combatte con i denti contro la microcriminalità, la macro, la burocrazia che spesso rischia di fare danni più grossi della mafia e un certo menefottismo che molto spesso viene anche da quell’essere indicati come una coda d’Italia sempre nera come la terra.
Mi chiedo quanto sia diffusa l’idea che la terra è una cosa seria? Saverio Strati e Corrado Alvaro la sostenevano la terra. E noi, noialtri la sosteniamo la terra? O sosteniamo lo “strafottimento” della terra?
Se di noi briaticesi aveva voluto farne un quadro d’autore, mi spiace che poi alla fine, lo abbia tutto imbrattato.
Ci sono come è noto tanti punti critici, ma non è questa l’Africa bombata che descrive.
Tornando alla teoria degli zeri: zero prenotazioni, zero buste paga…
Ma in mezzo a tanti zeri, se questi poveri Cristi, i migranti intendo, lasciano il terzo mondo per motivi svariati e vari, che senso ha farli venire nel quarto? Nello zero assoluto?
Da buon giornalista e scrittore, mi insegna che un paese fantasma, senza mezzi di comunicazioni, zero locali, nessuna prenotazione, ancora meno buste paga, linguaggio ridotto all’essenzialità del dialetto è peggio che il quarto mondo.
E poi…, quali saranno mai, questi negozi sbarrati da un pezzo che con il vento dei nuovi migranti a Briatico, hanno pensato bene di riaprire bottega?
Anche a grattarmi la testa, non mi vengono nomi. Attività nuove non se ne vedono da un pezzo e quelle che ci sono vanno avanti da anni, tra le mille difficoltà che la crisi, ahimè porta e comporta anche a Briatico.
Vede, tra le tante cose scritte, lette, dette e ridette, confermo che esiste il menefottismo (di cui sopra) qui come in ogni altra parte del mondo. Non siamo certo santi da paradiso. Basta non alimentarlo però il menefottismo. Combatterlo con il coraggio di vincere. E io come tanti altri uomini e donne di questo paese, combattiamo con coraggio per vincere. Vincere chi ci accusa, chi ci chiama terroni senza sapere che la Terronia è casa. Mia. Nostra.
Ma mi dica Fubini: se i migranti fossero sbarcati a Nova Yorka, (tanto per utilizzare un nome meridionalissimo, lo stesso con il quale al tempo dei nostri vecchi migranti veniva appellata, nei paesi d’origine, New York), lungi da quelle che lei cita, non sarebbero dovute nascere altrettante associazioni per la gestione di tale emergenza? L’avvocato di turno, un nome e un responsabile, ci sarebbero dovuti essere comunque?
Non avrebbe dovuto esserci ugualmente un altro imprenditore con il nome di Tizio o di Caio, diverso da quello attualmente in questione, ad accogliere i migranti facendosi comunque un bel gruzzolo di danaro?
Fosse stato un qualunque paese del Nord, Briatico sarebbe apparso sì e no nei titoli di coda di certi giornali. Invece appartiene al Sud, a quel fazzoletto di terra costretto all’esilio dagli altipiani Italiani, ed allora occupa ad onor di cronaca, posti di tutto rispetto e rilievo. C’è sempre qualcuno disposto a creare una mala nomea per conto nostro. Una di quelle capace di giungere fino in capo al mondo. E tutto pare sia frutto di una bestemmia antica lanciata su di noi. O forse è solo il prezzo di un antico peccato che si continua a pagare nel tempo. Stesso tempo di padri e stesso tempo di figli.
Tiro appena un respiro di sollievo quando parla di possibile contaminazione della mafia ad ogni sbarco, tenendosi così sul generico, e non accenna, per fortuna, agli artigli velenosi della ‘ndrangheta, mettendosi così come si usa fare, al fianco di quell’antindrangheta che ci onora giorno dopo giorno, di pagine di giornale fatte esclusivamente da una Terronia gratta (spara) e vinci. Una goduria l’antindrangheta nazionale!
Vede Fubini: la Calabria, la provincia di Vibo, Briatico, hanno tutti tatuata sopra il volto, e che Dio ci salvi, la cancrena di una continua erranza, che oggi sembrerebbe voler essere colmata con l’arrivo e perché no, la restanza dei tanti migranti, che a dirla tutta nessuno era preparato ad accogliere in così grande misura. Loro certo sanno dove andare, noi invece rischiamo di perdere l’orientamento. Eppure pare essere questa l’Italia che va.
Ma se è vero che a essere accoglienti si nasce, e si nasce uomini nei paesi degli uomini e non dei fantasmi, allora caro il mio Fubini, Briatico Vibo e la Calabria ci sono, con pregi e difetti ma ci sono. Esistono. E i nuovi migranti questo già lo sanno.
(Conscia del dolce e dell’amaro che il mio paese offre, considerando che il mio Sud è un destino dentro al cuore, è mio dovere di donna, cittadina, figlia, moglie e madre, difendere ciò che mi appartiene: l’identità e la casa di mio padre.)
Ad maiora Federico Fubini.
(Giusy Staropoli Calafati, scrittrice di Calabria)

 

BRIATICO VIBO LA CALABRIA E I NUOVI MIGRANTI NELL’OCCHIO DEL CORRIERE DELLA SERAultima modifica: 2015-09-18T15:43:13+02:00da giusystar99
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