DA COSENZA A MILANO. DALLE STALLE ALLE STELLE.

La mia risposta a Vincenzo Marino. Cosentino di Milano senza voglia di rivendicare le proprie origini.

L’articolo di Vincenzo Marino:  http://www.vice.com/it/read/com-crescere-nel-sud-italia-calabria-cosenza-582

Carissimo Vincenzo, mi combatto per quale lingua utilizzare nel rispondere al tuo così accorato scritto, per essere pienamente compresa.

‘Taliano o dialetto?, questo è il dilemma.

Facciamo ‘taliano! Penso sia più pertinente agli uomini intelligenti, quale tu sei, dopo il salto di qualità: Cosenza /Milano. Stalle/ stelle…

Ma tu davvero pensi, di sapere com’è, crescere al Sud? O dici di saperlo sol perché adesso vivi , spaparanzato, al Nord?

Vedi: se quaggiù, in Calabria intendo, facciamo il bagno senza idromassaggio nella “pedata della vacca”, mentre te, lo fai nelle vasche mosaicate delle SPA, a Milano,  è solo grazie a tutti quei Vincenzo, che consci del proprio ingegno e intelletto, lassù, a Milano intendo,  vanno ad investire le proprie risorse, che siano queste fatte di denari, o intelligenza.

L’articolo che tu scrivi su vice.com, ti da molti crediti: scrivi bene, anzi molto bene. Possiedi un bel linguaggio, padronanza della lingua. E sai far quadrare fantasia e realtà come un bravo narratore. Uno di quelli che per farcela ha l’obbligo di infangare pure i veli delle vergini. Sennò, che scrittore è?

Enzuccio, ti chiamo così perché come sai, noi calabresi siamo per la famigliarità tra le persone, poche distanze. Siamo amiconi del mondo. Eppure se poco poco usciamo fuori i confini regionali, puntiamo la lupara, e… boom!

Prime pagine, applausi, palcoscenici, successo, popolarità, nomea…

Di sicuro tu sei un caro ragazzo, ma la tua rabbia, mi chiedo:  perché la sfoghi contro tuo padre?

Perché la meni a rompicollo addosso a tua madre, i tuoi zii, i cugini, il parroco, i catechisti, i compagni, gli insegnanti…, perché? La tua terra, sono loro!

Per  te che sei andato, gran parte di loro sono rimasti. E tanti di loro oggi sono uomini e donne che non si fanno canne sui muretti della scuola, che non prostituiscono i figli che hanno partorito, o anche adottato; che non giocano a “futti cumpagnu”, che non fanno orge e neppure spacciano sotto il ponte di Catanzaro.

Sei voluto andare a vivere la tua vita altrove, dove i cazzoni diventano mastri. Bene! Anzi benissimo.

Ma non prenderti licenza di parlare della Calabria come di uno zoo. Non sarai diventato anche poeta a Milano! Le licenze sono quasi sempre le loro.

La mia indignazione non è per quello che dici,  e neppure per come lo racconti, che per certi versi e aspetti, ci sono molte realtà che combaciano. Molte verità che si vivono. Ma vi sono pari al Sud quanto al nord.

Milano, Torino…, le abbiamo fatte soprattutto noi. I calabresi, le hanno rese tale, queste città.  Con il dramma dell’emigrazione le hanno cresciute, cibate. E tu ti spaparanzi così!

Non è giusto Vincenzo. Non è giusto nemmeno per te che hai perduto, anzi rinnegato il senso dell’appartenenza. L’identità.  Tanto che io, la tua storia, quella che tu racconti, la intitolerei: L’identità perduta. Ricorda che se io per mangiarmi l’uovo, lo provo mettendo il dito nel culo della gallina, a te arriva  a casa direttamente dalla Coop.  La differenza? Be’, quella bisogna proprio cercarla. E cercala perché c’è una differenza. Tanto che a questo punto darei un altro titolo al tuo scritto: Il fenomeno meridionale. E sai perché?  Perché il vero fenomeno meridionale sono tutti quelli che oggi si sentono Vincenzo. I nuovi eroi della nuova spedizione dei mille. E io sono triste. Giusy (la calabrese)

DA COSENZA A MILANO. DALLE STALLE ALLE STELLE.ultima modifica: 2015-05-23T11:36:09+02:00da giusystar99
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