LE SETTE PARENTELE SUL VOLTO DEI BRONZI

da: http://www.zoomsud.it/index.php/commenti/72385-il-racconto-le-sette-parentele-sul-volto-dei-bronzi.html

(foto tratta dal web)

“Erano stati sepolti, con assisa sopra il volto la stessa regalità degli dei. Gli stessi tratti e i connotati degli eroi. Le gesta silenziose e i grevi silenzi del mare. Supini, con il volto rivolto al sole. Arrivoltati  nella bellezza della storia, a posto fisso nelle membra arcaiche della magnamemoria. ​Mai un pianto, né un gemito. Solo l’’attesa, mera compagna. La pazienza, unica fede. Il sonno, mistica consolazione. La vittoria, magnissima colonna. Niente guerre, nessuna battaglia in fondo al mare. Solo una storia ritrovata da comprendere e capire per il mesto odore che da dosso non si sa levare. Un fascino statuario e una bellezza antica. Una Magna Grecia raffinata. Un’imponenza da produrre effetto, da risuscitare la speranza perduta. La reale identità dimenticata. Riesumati con un fil di voce, svegli dalla  profonda pace, riemergono a Sud i Bronzi di Riace”.

Si faticava a riconoscere il sacrificio varato dalla storia. Un’improvvisata fuori programma. E vennero come le mandrie della montagna, da ogni parte, gli uomini, a scrutare l’audacia incontaminata di due prodi, propositamente nudi. Due salme bronzate, furono sottratte alle acque, nel mare di Riace. Lo Ionio restituiva alla casa i suoi uomini. Due corpi di bronzo impenetrabili, tanto fitta gli si posava addosso la bellezza.

Sugli scalini del municipio tutti i maschi, paradisiavano di tamburi e giganti; davanti la chiesa di don Bastiano, con Isabella e le altre invece, si consumavano fantasie superlativamente vellutate sui Bronzi. Li avevo impressi come fossero parenti e lo erano. Me lo aveva confermato nonno Antoni. «I due guerrieri ci appartengono Turi. Sono come i fratelli di tuo padre. Gli zii di tua madre. Parenti di sangue. Ma solo fin quando l’appartenenza chiama e l’appartenenza risponde. Perché quando tutto tace…, e l’appartenenza non chiama e non risponde, vuol dire che saremo già morti e sepolti con la storia. Senza nemmeno un eterno riposo per consolazione. Ché la terra sola, a Sud, senza la voce del padrone non è terra. E nessuno potrà venire dopo di noi a redimirci il peccato di non esserci riconosciuti nella storia, mantenendoci sulla terra che, come i parenti di sangue, ci è sempre appartenuta. E tu? Lo senti il richiamo dell’appartenenza tu, Turi?». «Lo sento nonno. L’appartenenza mi chiama per nome». «Ah!, Turi, Turi».

Dopo l’estrema unzione del nonno, per non morire anch’io, andai a visitare i Bronzi e questa volta per inchinarmi alla casa di mio padre. Sul viso dei guerrieri, il volto delle sette parentele.

Giusy Staropoli Calafati

LE SETTE PARENTELE SUL VOLTO DEI BRONZIultima modifica: 2014-09-04T14:22:19+02:00da giusystar99
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