29/05/2013- 30/05/2013 PADOVA/BRIATICO: Ricevo e rispondo

…e poi c’è pure chi in capo al mondo, dopo cent’anni, fa sempre sonni calabresi tutte le notti: a terra è terra comu mamma è mamma…gsc
Cara giusy,

Non esiste solo la propria terra, grazie a Dio (che tu citi tanto), c’è un mondo esageratamente grande, che faremmo bene a scoprire per confrontarci e migliorarci.

Amare la propria terra, con due belle fette di prosciutto sugli occhi, come se tutto fosse dorato, tutto romanticamente perfetto, è da ipocriti.

Cominciamo col dire che chi è andato via dalla Calabria lo ha fatto per necessità, per cui sentirsi superiori perché si ha il coraggio di restare è in realtà un atto di vigliaccheria. La gente lascia perché non ha alternativa. E soffre, perchè ha vita amara in un mondo senza amici e senza famiglia.

Tu scrivi versi meravigliosi sulla nostra terra e noi per questo ti ringraziamo. Vuoi esaltarla, fai bene.

Solo che credo la nostra terra abbia bisogno anche di gente che scopre gli altarini, che dice la verità, che guarda in faccia la realtà, senza cornici o fiorellini, ma con la razionalità e la consapevolezza di chi sa esser crudo, col cuore duro, ma sincero.

È facile essere popolari quando si dicono solo cose belle. Ma chi ti ama davvero ti racconta dei tuoi difetti.

La nostra amata Calabria sta andando in malora; se questo invece di tirarlo fuori e scoperchiarlo continuiamo ad affossarlo abbiamo fallito. Il primo modo per cambiare le cose è accorgersi che non vanno bene.

Ci consigli di legger libri. Ho letto Joyce tutta la vita. Lui sì che amava la sua gente di Dublino, ma ne conosceva ogni difetto.

Amiamo i nostri figli di più quando diciamo loro che sbagliano.

Chi si loda si imbroda diceva mia nonna.

Spero tu accetti la dialettica che si crea, riconoscendo due punti di vista. Il mondo è bello per questo, perché siamo tutti diversi, ognuno con la propria testa. Alessandra

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Ciao Alessandra,

vedi il coraggio non è qualcosa di cui ci si può vantare, non si vede il coraggio, ne si può sbattere in faccia ad altri. Ma si sente, si percepisce al volo. Sa essere una grande provocazione e a quanto pare lo è. Non mi sento vigliacca per aver avuto, in maniera naturale, nessun supereroe, coraggio a restare. Magari avessi potuto avere del prosciutto, possibilmente di Parma, da mettere sopra gli occhi, avrei saziato un pò di fame volentieri con affettato schic! Invece, e me ne vanto, ho messo appena appena una fetta di soppressata nostrana, affumicata pure. Ma ironia a parte, conosco bene la mia gallina (terra) e conosco, ad una ad una, le penne che tiene in coppa. Pure se è spennacchiata! E sai perchè gliene sono rimaste poche, quattro e quattr’otto tra buone e cattive? Perchè è stato più semplice andare altrove, per molti signori, che si son fatti spennare pure dove non dovevano per quattro soldi, da quell’altitalia tanto temuto e sospirato. E le penne si riducono di più sempre all’osso. Tocca sempre provare l’uovo dentro al culo e passa che è notte!

Sai perchè questa terra è tanto disgraziata?, perchè non ha più nessuno su cui contare e la malavita se la spolpa come meglio crede a pranzo e a cena, permesso che noi gli diamo, lasciandogli la miglior parte. La necessità di partire la comprendo, ma credi veramente che chi resta , lo fa perchè ha il piatto servito?, io non lo credo, sulla mia pelle esageratamente non lo credo. Io ho quattro figli e so bene il sacrificio che faccio per dargli un futuro, sano e salvo. Qui si suda di più, questo è il problema. E l’occasione che fa l’uomo ladro se non te la vai a cercare non ti capita. A casa mia non si usano le Hogan, non ci sono maglie Prada, ne borse Louis Wuiitton.

Ma ci sono tanti libri, questo sì. Ci sono difficoltà, preoccupazioni, compleanni, domeniche. Gite al mare e in montagne se ne fanno quando si può se si può e quel che passa la casa si mangia e le lagne dei bambini si cerca di limitarle, spiegando la realtà che si presenta differente di giorno in giorno. E tutto passa e va bene, molto bene. E’ facile diventare grandi professori, luminari, medici, stilisti, nel nord sospirato e poi tornare quaggiù solo a sciacquarsi i cenci nel Tirreno, e permettimi di dire questo, quando tanti calabresi diventati grandi, al nord, si ricordano dell’appartenenza ad agosto e per migliorare questa terra che fanno?, fanno i convegni con i soldi dello stato e non investono nemmeno un euro a migliorare ciò che hanno lasciato al quale, tanto dicono di appartenere.

Si emigrava già ai primi del novecento. Ma si emigrava per la famiglia e per la terra. Si emigrava per ritornare perché qui oltre al sangue era rimasto un pezzo di terra ad aspettare, quella terra che senza fortuna non si sarebbe potuta comprare. Non si andava per restare. E se qualcuno ci è rimasto, è perché la malasorte non gli ha permesso di tornare. E mò invece lenze di terre tutte “marge”.

Se non lo hai fatto ancora invito anche te a leggere la Signora di Ellis Island di Mimmo Gangemi, un capolavoro della letteratura italiana, capirai bene ciò che ti dico. Per il resto ognuno fa le sue scelte. Io parlo della mia terra e di che altro dovrei parlare. Parlo della mia terra perché è parte del mondo grande di cui parli tu. Il mondo è tutto grande e bello, bisogna vedere la concezione del mondo che ognuno di noi ha.

Certo è che restare o non restare, le parole abusate dalla signora Francesca, visto che il tuo commento è consequenziale alla mia risposta alla sua lettera, appartengono a qualcuno che così facendo rinnega pure i suoi natali. Bhè allora ti dico che grazie a quelle come lei che il sud campa l’arretratezza che gli si incolla. U troppu e comu o mancu!

Non incornicio il sud in una bellezza che non ha, dipingendo con falsi colori la sua gente e i suoi paesi, canto anche i suoi altarini e non me ne faccio di problemi. Ma ci sono pure altari credimi, ed è bene che ve ne accorgiate anche voi che avete preso la salita…..

Ciononostante, rispetto pienamente, pur non condividendo, a volte, le opinioni altrui….

Ti abbraccio

Giusy

P.S. sai cosa diceva il caro padre Maffeo, sempre?,: la mia più grande amarezza è l’emigrazione delle intelligenze…. E io aggiungo: siamo tanto intelligenti da emigrare e per trovare una bottega: un sarto, un ciabattino, un falegname, un fabbro, dobbiamo andare in capo al mondo…. Meditiamo, che i tempi delle scrivanie sono finite e la terra, bontà sua, aspetta sempre.

29/05/2013- 30/05/2013 PADOVA/BRIATICO: Ricevo e rispondoultima modifica: 2013-05-30T15:16:00+02:00da giusystar99
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