A PAPA FRANCESCO

E se l’uomo ha un tempo che non sa d’esistere,
il tempo di Dio non è, una passatella d’ore, uguale al suo.
Nemmanco una chiacchiera di troppo all’osteria,
nè l’enalotto combinato che se sbanca fa allegria.
Non gli è pari nel perpetuarsi,
in qualunque parte della terra esso sia.
E’ differente il suo tempo!
Lo sacramenta nei poveri;
nelle mangiatoie disabitate e deserte;
nelle culle innocenti e incompiute;
nei ventri disabitati e sfitti;
nelle case contaminate, mai benedette;
nelle famiglie contese, nelle chiese disfatte;
nei presepi sconsacrati dalla fame,
per la farina finita e la fine del pane;
nelle distese d’ossi di seppia consumati,
che li sdossano dal niente che rimane
i cani sciolti infamati;
dentro i giorni soli, più mondani,
dove sono i padroni a confessare i cani;
in mezzo alle croci povere senza Cristi
dove i diavoli pazzi si prendono i gusti.
E’ un tempo che non tiene un orologio,
il tempo di Dio, è il perdono egregio .
Niente anni, secoli eterni… Tutto è tempo suo,
tempo d’amore che non va perduto,
tempo che scopa paletta e cuore, va recuperato.
E scorre con la meraviglia delle fiumare erranti, di montagna,
nell’arioso meritevole letto che gli è dato
che rimira inaudito la lontananza del cielo
che si pone sopra il capo scialli azzurri,
e ricami di nuvole bianche smerlate di grazia eterna,
ne contiene dozzine interminabili.
Ti disturbo oh mio Signore, vieni,
io non mi stanco, tu non mi stancare, mai,
finchè non ti sarò vicina, inesauribile, sopra il tuo petto,
e tra le tue mani, patite di paterno alare,
avrò posato la mia rosa di maggio, del mio sud,
color di rosa, essenziale.
Papa Francesco,
è il passero, solista, in mezzo ai poveri Cristi di tant’anni,
che cinguettano beati in riva al cielo vecchio,
che non ne vuol sapere di morire.
E tiene incorporati, con creanza,
anni di spirito santo, sapienze di sud,
di terre finite, nel mondo alla fine.
Ha la manovalanza del pastore, Francesco,
é lui, il pastore, che porta sopra il volto di creatura,
l’anzianità inesauribile del Padreterno suo e del mio.
I pastori sono uomini antichi e belli….,
che si conservano intatti nel tempo,
gli indici della vita.
E ripenso, alla misericordia
che conservano nell’ età che passa,
i pastori dell’Aspromonte e della Sila.
Anziani coltivatori di storie,
padri amorevoli di greggi assunte
che invecchiano beati tra le pecore: novantanove più una…..
Uomini di Dio, fatevi della terra,
terra degli uomini, fatti di Dio!
E di tempo ne avanzeranno intere giornate….
Giornate di Chiesa, donna serva e servita,
contemplate dall’innocenza filiale,
che s’alza novella sopra il mondo
e s’alzerà ancora, un’altra volta,
quando Francesco, che scelse l’offerta di Dio,
accettandosi Papa della chiesa,
mandando al rogo,l’offerta sacramentata del diavolo,
se ne starà, di giorno in giorno, uomo e Dio,
a parlare con i suoi liberi uccelli
confessandogli l’amore per suo Padre…
Da sud a sud si spartono i sogni e l’amore,
su tutte le terre e sopra qualunque mare:
eccomi Francesco, davanti a Dio,
mi chino a pregare per te,
che sei la chiesa dell’amore povero e popolare….
Rabbunì, aiutami Francesco,
aiutami a pregare (per lui). GSC

A PAPA FRANCESCOultima modifica: 2013-03-18T15:23:00+01:00da giusystar99
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